Discussione Pubblica sulle Riforme Costituzionali

SISTEMA ELETTORALE

Tra gli elementi rilevanti su questo tema: meccanismi di individuazione dei componenti delle Camere in relazione alla forma di Governo adottata, caratteristiche essenziali per una nuova legge elettorale.

nel parlamento, (sola Camera, eliminare il senato)

ai parlamentari eletti, direttamente dagli elettori, non più di 2 mandati, ed obbligo di accertamento dell'attività svolta

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Un sistema elettorale maggioritario a un turno e mezzo?

In una situazione di disamore nei confronti delle istituzioni rappresentative della nostra Repubblica, situazione resa evidente dalle ultime elezioni, il rimedio può essere soltanto quello di tornare a dare con più evidenza alla cittadinanza un ruolo di scelta dei propri rappresentanti politici: ciò è tanto più vero se il Parlamento ha di fronte, come si ipotizza, un premier con poteri accresciuti.

E’ stato autorevolmente detto che in un sistema rappresentativo e parlamentare – qual’è il nostro – il Parlamento deve restare autonomo e sovrano. Tuttavia, perché sia effettivamente così, autonomi e sovrani debbono sentirsi i suoi componenti, legati all’elettorato unicamente da un rapporto di responsabilità politica, pur con un ruolo-guida svolto da partiti e movimenti.

Il sistema di voto maggioritario in collegi uninominali, quale quello in parte previsto per le elezioni nazionali dalla legge Mattarella (il cosiddetto Mattarellum), è – penso – il più adatto per ottenere questi risultati: si darebbe infatti alla scelta dell’elettore una “gittata” e un potere di sanzione maggiore, sia a livello di collegio che nazionale, rispetto alle altre ipotesi di ripartizione proporzionale dei voti, con un rilievo più pronunciato anche dei piccoli numeri (l’elezione presidenziale americana del 2000 insegna…), mentre i candidati di partiti e movimenti sarebbero naturalmente avvantaggiati.

Ovviamente, ci sono delle obiezioni anche al sistema elettorale maggioritario in collegi uninominali. Una delle più fondate è che le candidature con possibilità di elezione possono essere scelte quasi esclusivamente dai partiti politici e diventare così materia di negoziato (è quello che è successo in Italia dal 1994 al 2001), in contrasto con l’idea che i candidati alle elezioni vengano decisi dai cittadini, anche quando sostenuti da partiti e movimenti, e non dalle segreterie dei partiti “nelle segrete stanze”. Il doppio turno di votazioni andrebbe in questa direzione, ma è possibile che, in un sistema politico frammentato come quello italiano, una quota rilevante dei votanti “soccombenti” al primo turno difficilmente torni alle urne dopo due settimane; inoltre, per consentire una scelta più ponderata all’elettorato sarebbe bene dar luogo ad processo pubblico di selezione dei candidati nazionali, distribuendolo su più date, attraverso un turno di votazione ‘primaria’.


Va sottolineato peraltro come, nell’esperienza più significativa di votazioni ‘primarie’ (quella americana), non ci troviamo davanti a un fatto puntuale, ma ad un processo lungo, che coinvolge la popolazione a più riprese ed è pertanto in grado al termine di selezionare anche chi è partito con poche speranze. Penso che questo carattere di processo sia in realtà uno dei fattori tipici che assicurano capacità di ricambio al sistema e andrebbe importato anche da noi. Se le primarie si fossero svolte in una volta sola su tutto il territorio degli Stati Uniti – come è successo sinora in Italia – è da dubitare che un outsider come Obama avrebbe potuto emergere. Si può aggiungere che una simile votazione generale tende a far prevalere considerazioni politiche nazionali sulla valutazione dei candidati, facendo spesso velo alla valutazione delle situazioni locali.
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Come conciliare governabilitá e rappresentanza attraverso un doppio premio di maggioranza

Queste le caratteristiche principali del sistema elettorale che propongo:

1) si esprimono due voti, uno di lista e uno di coalizione (possibilmente disgiunti)

2) attraverso il voto di lista si determinano i rapporti di forza tra le liste all'interno di una coalizione e si scelgono i candidati (preferenze)

3) attraverso il voto di coalizione si determinano i rapporti di forza tra coalizioni. Sul voto di coalizione si applica un doppio premio di maggioranza, prima su base regionale (come l'attuale sistema al Senato), poi su scala nazionale (come l'attuale sistema alla Camera)

4) i premi di maggioranza vengono calcolati in percentuale al consenso ottenuto dalla coalizione

5) si puó usare lo stesso sistema a Camera e Senato (per quest'ultimo é probabilmente richiesta una modifica costituzionale).

In sintesi, il sistema elettorale si basa su un doppio voto (un voto di lista con preferenza e un voto di coalizione), un doppio premio di maggioranza (uno a livello regionale e uno a livello nazionale) e possibilmente (ma non obbligatoriamente) su un doppio turno. Risulta vincente la coalizione cui è stato assegnato il maggior numero di ‘grandi elettori’ (seggi virtuali) su scala nazionale. Il numero dei ‘grandi elettori’ assegnato ad ogni coalizione in ogni regione viene determinato con il metodo proporzionale con premio di maggioranza (questa volta su base regionale). Si usa lo stesso sistema per entrambe le camere.
Queste regole semplici consentono da una parte di assicurare la governabilitá (c'é una sola coalizione vincente su scala nazionale) ma dall'altra di garantire la massima rappresentanza sia a livello di liste che a livello dei singoli eletti.
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PIRAMIDE DELLE ETA' E CORREZIONE PONDERALE DEL VOTO ALLE ELEZIONI.

Una popolazione demograficamente in espansione ha molti giovani e pochi vecchi, il che in epidemiologia-demografia viene rappresentata da un triangolo (detto piramide delle età) che rappresenta la rarefazione delle classi di età al crescere dell'età anagrafica. Una popolazione demograficamente in contrazione (quale quella italiana) presenta invece un rombo (espansione sino al baby-boom dei primi anni Sessanta, contrazione dopo di allora).
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Il problema non è tanto il sistema elettorale, è l'anomalia dei nostri partiti.

Non abbiamo una tradizione moderna di partiti con una forte leadership come nel resto d'Europa. I partiti del vecchio centro sinistra erano divisi in correnti, il PCI quando si trasformò in DS si divise. Adesso abbiamo dei partiti "Lego", costruiti con pezzi dei vecchi partiti della c.d. prima repubblica ... Sempre a rischio di smontarsi ... Anche se ci inventassimo un sistema che portasse in Parlamento solo 2 (due!!) partiti, prima di fine legislatura, ad arrivarci ..., ce ne ritroviamo quattro o cinque.
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Basta con la propaganda.

C'è una superficialità incredibile nell'affrontare il tema della legge elettorale. I mezzi di informazione non aiutano poichè non approfondiscono e non illustrano i contenuti degli slogan. Quasi tutti i politici pensano al loro tornaconto o alla propaganda. Ad esempio, quando sento insultare il porcellum per rivendicare il mattarellum salto sulla sedia. Se non si governa con il porcellum che prevede un premio di maggioranza figuriamoci con il mattarellum che non prevede alcun premio di maggioranza. Inoltre i collegi uninominali sono la fotocopia delle liste bloccate.
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il sistema elettorale è niente la cultura politica tutto

Lo stesso sistema elettorale ha effetti diversi secondo la cultura politica del paese in cui si applica. pensiamo al sistema tedesco con soglia di accesso, che ha limitato ma non impeditol'accesso di nuovi soggetti politici. Da un sistema tripartito( Union(CDU-CSU).FDP-SPD si è passati a un quadripartito( Union-FDP-GRUENEN-SPD) e da ultimo a un pentapartito( UNION-FDP-GRUENEN-SPD-LINKE), senza mettere in discussione la governabilità. Con la cultura politica italiano non avremmo avuto Cancellieri democristiani o socialisti, ma soltanto liberali o verdi.. Premio di maggioranza e soglia di accesso sono incompatibili perché aumentano le distorsioni e contraddittoriamente, specialmente se ci sono deroghe per i componenti delle coalizioni di liste. Così si frammentano le maggioranze. Quando il premio di maggioranza è alto diventa incentivo a coalizioni non omogenee
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SISTEMA ELETTORALE 2.0 -- GOVERNABILITA' E MASSIMA RAPPRESENTANZA

I MODELLI CON QUALSIASI TIPO DI SOGLIA O PREMI ARBITRARI SONO MODELLI DI VECCHIA GENERAZIONE RISPETTO AL MODELLO SEGUENTE. LA PARTICOLARITÀ INFATTI STA NEL CREARE IN MODO SPONTANEO ALLOCAZIONE DI PREMI E RISPETTIVE PENALITÀ MEDIANTE ESPEDIENTI LOGICI DI CHECKS AND BALANCES, PESI E CONTRAPPESI PER CANDIDATI E COALIZIONI.

L'OBIETTIVO PREFISSATO E' FAVORIRE LA GOVERNABILITA' SENZA PER QUESTO RINUNCIARE ALLA MASSIMA ESPRESSIONE DELLA VOLONTA' POPOLARE, GARANTIRE UNA REALE COMPETIZIONE E QUALITA' DELL'OFFERTA POLITICA E CONTRASTARE IL VOTO DI SCAMBIO E COLLUSIVO.
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Carta Nazionale dei Servizi e Diritto al Voto

Quello di esercitare il diritto al voto quando, ad esempio per motivi di lavoro, si è lontani dal comune di residenza, è un problema al quale, secondo me, non si è mai dedicato il dovuto tempo.
A fronte delle nuove tecnologie, che tendono a digitalizzare tutto, e quindi anche l'identità, vorrei evidenziare la potenziale utilità della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Considerato che è attuale, ed è rivolta a servizi multipli: non potrebbe trovare l'ennesimo, e non ultimo per importanza, utilizzo al fine di esercitare il diritto al voto quando si è lontani dalla residenza , con evidenti risparmi per il singolo e per la collettività?
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SISTEMA ELETTORALE LIBERO

Nella prassi è impossibile per un cittadino candidarsi ad una carica elettiva senza essere stato approvato da un partito, ma questo viola la Costituzione, nella quale tale requisito non viene menzionato. Anche se ciò comporta difficoltà tecniche ed organizzative (d'altra parte molto ridotte con l'introduzione dell'informatica), per garantire la democrazia del sistema è necessario permettere a tutti i cittadini che hanno il requisito dell'età di autocandidarsi alle cariche elettive.
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SOLO IL DOPPIO TURNO NAZIONALE PUO' GARANTIRE LA GOVERNABILITA'

Per superare l’attuale impasse politica, frutto dei veti incrociati e delle incompatibilità tra le tre forze politiche maggiormente votate, c’e’ una sola strada: ritornare alle urne ma con un sistema elettorale a doppio turno che dia agli elettori il potere di designare con chiarezza il premier e il partito/coalizione che governerà il paese mettendo fine alla grande coalizione. Cio’ sara’ possibile solo con la doppia scelta/selezione da parte dell’elettorato, visto che i partiti sono paralizzati e incapaci di decidere tra di loro per un qualsiasi governo, sulla base della delega ricevuta dagli elettori nel singolo turno elettorale. Prima delle elezioni di febbraio il porcellum, che tutto sommato si adattava discretamente al bipolarismo vigente negli ultimi 15 anni, era stato criticato per le liste bloccate senza preferenze perchè ancora non aveva dispiegato i suoi perversi effetti.
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