Raffaele Bianco: sono d'accordo, ma bisogna accordarsi con le regioni interessate, non si può decidere a livello centrale
Lucio Chiappetti: Non sono convinto che tutto il male venga dalle Provincie (semmai dalle "partecipate" degli enti locali). Un livello intermedio tra Regioni e Comuni e' necessario, ma molte provincie (di certo tutte quelle create dopo le 92 originarie) andrebbero accorpate. Inoltre andrebbero realizzate delle vere Aree Metropolitane (non includendo territori montani che di metropolitano non hanno nulla)
Dario Fe: Ancora una volta, ripeto che secondo me occorrerebbe abolire le province (troppi livelli tra il Comune e lo Stato), ma nel caso di regioni di grandi dimensioni, si potrebbe pensare di dividere l'ente in 2 o 3 parti.
Giulio Meroni: Concordo. Almeno nello specifico della mia realtà territoriale le competenze provinciali sono troppo residuali per poterne garantirne la sopravvivenza.
Le competenze provinciali possono essere avocate alle regioni. Concordo anche con l' intervento che richieda in questo una mediaizone dell' autorità Regionale che salvaguradi le specificità territoriali.
Markus Hedorfer: Contrario all'abolizione delle province. Si deve invece studiare un riassetto completo dei loro confini e territori che racchiudono, arrivando possibilmente ad una riduzione del loro numero. La provincia deve giocare un ruolo fondamentale nel governo del territorio, e per questo necessità di organi di legittimazione democratica. Altra cosa sono le inefficienze politiche e amministrative. È qui che bisogna intervenire maggiormente.
rossano mastacchi: non sono assolutamente d'accordo. Se si ritiene che un ente di area vasta sia necessario (come traspare dalla proposta), quell'ente c'è già: la provincia attuale, che senso ha abolirlo per poi crearne una altro?
concedere l'attuazione alle regioni (capoluogocentriche) significa penalizzare i territori marginali che non hanno peso politico. Le province costituiscono una minima parte della spesa pubblica (1,3%), rappresentano un ente fondamentale per i territori marginali con comuni piccoli ed isolati che da soli non sarebbero in grado di svolgere le funzioni di area vasta (anzi non svolgerebbero alcuna funzione), esistono in tutti i paesi europei (perchè dall'Europa dobbiamo sempre prendere il peggio e mai il meglio?); ad esempio in Germania (che adesso è il nostro faro) stanno rafforzando i poteri delle province e non si sognano di abolirle. Sono da eliminare tutti gli enti non costituzionali e devono essere trasferiti i loro compiti all'ente costituzionale più simile per scala; i compiti devono essere chiariti con esattezza e devono essere evitate le sovrapposizioni, ciò comporterebbe veramente quella semplificazione che si dice di voler ottenere (perchè devo pagare una tassa al consorzio di bonifica quando il suo compito può svolgerlo la provincia?). Inoltre proporrei di tornare alle province storiche (eliminando quelle di nuova costituzione) che se funzionavano prima dell'unità d'Italia a maggior ragione funzionerebbero oggi ed eliminare le province corrispondenti alle città metropolitane (che le sostituirebbero), il risultato sarebbe una forte diminuzione del numero delle province senza penalizzare i territori marginali. Complicato?
Antonio Persichillo: Sono in completo disaccordo. Nella mia realtà (Molise) fatta soprattutto di piccoli comuni che vanno dall'alta montagna al mare, le due Province svolgono un importante ruolo di raccordo tra i vari (piccoli) Comuni e la Regione. Le (poche) funzioni che le Province hanno sono svolte tutte nel migliore dei modi. Come diceva qualcuno prima, la spesa per le Province rappresenta solo l'1,3% della spesa generale dello Stato. Gli sprechi sono altrove. La mia proposta è quella di lasciare alle Regioni il compito di legiferare ed di affidare alle Province il compito di attuare quanto legiferato. Un ente di vasta area è necessario ed esiste già ed è la Provincia.
Dante Ialongo: Dal momento che tutto il territorio nazionale non è che la somma dei singoli territori comunali a che serve una struttura che si sovrappone? Perché non investire i Comuni di tutte le competenze e organizzare unioni temporanee tra i Comuni focalizzate a risolvere i problemi in comune che si possono presentare?
David Lognoli: Un Ente territoriale di governo intermedio caratterizza l'organizzazione statale dei paesi democratici e partecipativi. In Italia la storia delle province è lunga e complessa e l'idea di abolirle è velleitaria. Nella proposta in oggetto poi vi è il rischio di una moltiplicazione di organismi di governo di area vasta non eletti democraticamente. Piuttosto occorre ricondurre tutti gli organismi di governo di area vasta (consorzi, ambiti territoriali ottimali, etc.) dentro l'alveo di istituzioni democratiche quali le province.
lucia burti: ha più o meno senso in un contesto di ridisegno dell'archittettura delle autonomie e dello stato centrale
Marcello Fontana: Riformare la mentalità e la propensione allo spreco creando un vuoto derivato dall'eliminazione di un termine dalla Costituzione senza avere il coraggio di costruire un nuovo modello di stato che preservi le identità territoriali e conferisca precisi poteri e responsabilità è pura follia burocratica di stampo italiano e si rivelerà privo di sbocchi benefici come qualsiasi altra iniziativa già nata che voglia, in nome dell'ideologia, distorcere la realtà (v., ex. g. la partecipazione all'Euro ed all'Unione Europea)
daniele viappiani: abolire le province e affidare alle regioni la decisione su come gestire le funzioni sovracomunali.
emanuele compagnoni: Non sono daccordo, un ente piu e grande piu e inefficente e genera sptechi e ritardi, per risparmiare basta eliminare o abbassare gli stipendi ai politici riportandoli ai livelli prima del federalismo (i consiglieri percepivano solo un rimborso presenza ora percepiscono circa 17000€, ecc), e ai dirigenti pubblici.
Edoardo Guerrini: L'abolizione delle Province stravolge l'equilibrio dei livelli di governo ed è in contrasto con la Convenzione Europea sulle Autonomie Territoriali del 1985 che l'Italia si è impegnata a rispettare.
Ivano Lovera: Contrario ad un'opinione dei Saggi che mi sembra altamente forzata dagli impegni demagogici presi dal Governo Letta.
giovanni brauzzi: gli enti locali vanno riaggregati dal basso, consorziando i vari livelli di governo del territorio su base volontaristica a seconda delle esigenze e di corretto rapporto costi/benefici, tenendo conto delle economie di scala. La dimensione identitaria va salvaguardata con altre formule senza inutili gravami amministrativi.
Tommaso Pulci: Le funzioni e la composizione degli organismi sovracomunali devono essere regolati dalla legge. L'adesione a questi organismi deve essere libera e revocabile per mantenere l'autonomia comunale ed il potere di rappresentanza ricevuto dagli amministratori comunali direttamente dai cittadini. Gli organismi sovracomunali sono composti esclusivamente da sindaci, assessori e consiglieri comunali
Emanuele Zangarini: Concordo. Le elezioni provinciali sono insostenibili, unioni di comuni possono ereditarne gran parte delle funzioni.
Giuseppe Scarrone: Si legga quanto il prof.Onida ha fatto mettere in nota alla relazione per spiegare la sua contrarietà all'abolizione delle Province.
Paolo Marini: Concordo, troppi scempi paesaggistici e ambientali sono stati autorizzati dalle Provincie in barba ai cittadini con il tacito e sottobanco consenso dei Comuni. Tutte le volte che delle normative sembrano lasciare alcuni spazi di manovra ecco che puntuale l'Ente provincia inizia a sfornare Delibere Sconcertanti in serie per avvallare gli interessi di società locali collegate ad alcuni enti comunali e agli amici degli amici. Lo scandalo del fotovoltaico sui terreni agricoli, appiccicati alle case (ormai fortemente svalutate) e su punti panoramici e paesaggistici caratteristici (fino a inizi 2010) ne è una prova lampante sul lavoro sporco che fanno le Provincie su cui si potrebbero scrivere libri su libri.
CARLO CORTI: L'abolizione delle Province temo non ci farà risparmiare quell'1,3 % perché in Italia è così... lo sappiamo.
Non si potranno licenziare i dipendenti come farebbero negli U.S.A. Ci sarebbe una costosissima fase di passaggio con fioritura di Autorities, ecc. Quello che fanno le Province dovrà essere comunque fatto da qualcun altro, quindi il personale sarà trasferito alle Regioni per fare esattamente quello che si faceva prima. E i politici messi a presidenza, i consigli provinciali, ecc. fatti sempre da politici che dovranno essere reinfilati da qualche parte con relativo stipendio.
Se si vuole snellire la burocrazia eliminando le Province sappiamo bene che non è mai successo. Il costo della manovra dovrà essere recuperato con tasse varie che non saranno più tolte finito l'iter di passaggio. Aggiungiamo un periodo straziante di lamentele, pianti, strappamento di vesti, ingiurie, minacce tipico dell'italian style. E vi immaginate cosa succederà al Sud.......
Christian Osella: Assolutamente contrario: si eliminino le prefetture e si individuino le loro competenze quali funzioni fondamentali delle Province.