Attrarre gli investimenti verso il meglio dell 'Italia

Un Paese che valorizza i propri asset

Le 27 misure illustrate nella relativa sezione del documento “Destinazione Italia” propongono interventi per valorizzare gli asset distintivi che rendono l’Italia un Paese su cui investire, e per assicurare che gli investimenti garantiscano crescita e competitività del nostro sistema economico e delle nostre imprese.
Tra gli ambiti a cui le misure fanno riferimento ricordiamo: Le nostre imprese, Il turismo e la cultura, Il patrimonio demaniale, Il nostro mercato immobiliare, Le nostre università, ricerca ed innovazione, La digitalizzazione del Paese, Siti industriali da rilanciare, Le nostre infrastrutture, I nostri territori, Idrocarburi e Risorse Minerarie, Green Economy.

Market for Mission Control – Consentire la verifica dell’efficienza degli enti non profit e favorire l’aggregazione di risorse a favore degli enti più efficienti (Take Over degli enti non profit)

Al fine di combattere l’inefficienza degli enti non profit nell’utilizzo di risorse pubbliche e private favorendo la ricerca della massimizzazione dell’ efficienza nella realizzazione dello scopo si propone di introdurre un regolamento ministeriale che specifichi i poteri dell’autorità governativa ai sensi degli art. 26, 28 e 31 del Codice Civile al verificarsi di alcune ipotesi qui di seguito descritte.
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Coordinamento delle varie amministrazioni ai fini dell’espletamento delle formalità doganali

[Proposta inserita da CONFEDERAZIONE GEN. IT. DEI TRASPORTI E DELLA LOGISTICA - CONFETRA]

Occorre prevedere tempi massimi di conclusione dei procedimenti amministrativi da parte delle varie Amministrazioni interessate allo sdoganamento, nonché introdurre l’obbligo di svolgere i diversi controlli della merce contestualmente e nel medesimo luogo
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INDUSTRIA FARMACEUTICA: UN PATRIMONIO CHE IL PAESE NON PUÒ PERDERE

Il contributo della farmaceutica alla salute dei cittadini è noto e riconosciuto. Spesso meno noto è il ruolo che le imprese del farmaco svolgono in Italia per la crescita economica.

Con 174 fabbriche, 64 mila addetti diretti (per il 90% laureati o diplomati) e altrettanti nell’indotto, 26 miliardi di produzione (il 67% destinata all’export), 2,4 miliardi investiti in produzione e Ricerca nel 2012, l’industria farmaceutica può dare un contributo fondamentale per aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi.
Anche con la crescita del farmaco biotech, che costituisce ormai la parte più significativa dei farmaci innovativi e in sviluppo, specie per il trattamento di numerose patologie gravi o rare.

La farmaceutica in Italia è il primo settore manifatturiero per intensità di Ricerca e Sviluppo; livello e crescita della produttività; competitività nella classifica dei settori pubblicata da Istat; investimenti esteri nel Paese e internazionalizzazione delle imprese nazionali.

Le analisi di benchmarking internazionali segnalano che, oltre a molti ritardi, l’Italia ha anche forti fattori di attrazione, quali ad esempio qualità delle Risorse Umane; valore di imprenditori e manager; qualità dell’attività industriale di produzione e di Ricerca; indotto di grande importanza per la competitività delle imprese del farmaco.

In Italia c’è una presenza bilanciata tra imprese a capitale italiano (40% del settore) e internazionale (60%): una caratteristica che consente di beneficiare al tempo stesso del valore degli investimenti esteri e della presenza di una solida base di imprese nazionali.
L’Italia cresce grazie all’export, ma dipendere solo dalla domanda estera è molto pericoloso per la sostenibilità della crescita.
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Rivitalizzare il Patrimonio Costiero del Sud Italia

Questa proposta si concentra sul sistema difensivo costiero eretto tra il XVI e XVII sec. lungo le coste del Regno di Napoli: spesso utopici nei loro intendimenti di difesa e presidio di territori nella realtà troppo vasti e incontrollabili, i progetti sviluppati lungo le coste italiane, rappresentano ancor oggi una perfetta capacità di controllo fra la scala architettonica e territoriale. Da presidio militare contro le invasioni corsare, a cordone sanitario per la peste del 1656, passando per il ruolo svolto prima a promozione e poi a soffocamento del contrabbando fino a divenire sistema contraereo durante la II GM, la rete delle torri costiere nei fatti non è stata mai dismessa, mostrandosi molto flessibile e riuscendo nei secoli a svolgere diversi compiti sociali.
Consultando la Carta delle Dodici Province stilata nel 600, oggi conservata presso la Bibl. Naz. Di Bari (immagine a fianco), è evidente come il sistema difensivo fosse capillarmente diffuso sul territorio. Alla base di tale scelta vi era la necessità di mantenere il contatto visivo tra i presidi: lo scopo non era resistere, ma avvistare e segnalare, un aspetto che unito alla modularità delle strutture, alla valenza storica dei manufatti e al contesto paesaggistico, ci permette di percepirne quantomeno le potenzialità.
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L'altre metà d'Italia: la cultura del fare

Roma, ottobre 2013

NOTA RISERVATA

“L’ALTRA META’ D’ITALIA : LA CULTURA DEL FARE”



Il progetto ”L’altra metà d’Italia: la cultura del fare” nasce con l’obiettivo di far emergere la comprovata capacità economica, produttiva ed innovativa italiana (la cosidetta cultura del fare), che anche durante la difficile congiuntura economica mondiale degli ultimi anni, ha presentato importanti casi di performance superiori a molte altre grandi nazioni. Così facendo, il progetto vuole attrarre l’attenzione degli operatori economici che, avendo già scelto il nostro territorio nazionale come meta di vacanza turistica o culturale, vengano stimolati a decidere di prolungare la durata del loro soggiorno per effettuare visite in aziende, incontri b to b, contatti di carattere tecnico-commerciale.


Il progetto parte dalla premessa che :

la percezione della nostra Nazione da parte degli operatori economici stranieri, è prevalentemente (esclusivamente) legata ad aspetti storici, culturali, politici o religiosi;
che gli organismi pubblici (nazionali e locali) istituzionalmente deputati a consolidare e promuovere nuovi flussi di Ospiti in Italia, pur nell’apprezzabile sforzo di arricchire e diversificare l’offerta, comunque ricalcano metodi, tematiche e contenuti consueti;
che gli operatori privati del settore turistico, soprattutto quelli legati a sistemi integrati internazionali, sollecitano da tempo una profonda riflessione sulle nuove opportunità offerte dai territori;
che l’Italia oggi esprime numerose e qualificate organizzazioni capaci di rappresentare modelli di eccellenza in vari settori di valenza internazionale.










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ISTITUIRE LE ZONE ECONOMICHE SPECIALI (ZES)

In Europa, nei paesi confinanti e nel Mediterraneo sono presenti specifici centri di localizzazione mondiale dei fattori produttivi che sono nati per creare aree produttive interstiziali tra bacini di produzione e di consumo di notevole consistenza e dimensione, in grado cioè di assicurare flussi tali da generare economie di scala efficienti. La posizione geografica dell’Italia al centro del Bacino del Mediterraneo determina l’opportunità per lo sviluppo di Zone Economiche Speciali, ovvero aree prevalentemente caratterizzate dalla presenza di un porto e di un area retroportuale in cui siano adottate specifiche leggi finanziarie ed economiche costruite con l’obiettivo di attrarre, a particolari condizioni di favore, investitori stranieri favorendo, nel contempo, meccanismi di “inshore” ovvero di rientro di aziende italiane che abbiano precedentemente delocalizzato la produzione in paesi stranieri. Una Zes, in generale dovrebbe garantire i seguenti vantaggi economici per le imprese che intendono operare:
• Incentivi per la realizzazione degli investimenti iniziali
• Agevolazioni e semplificazioni doganali
• Sospensione del pagamento IVA e dazi
• Esenzioni fiscali (IRAP/IRES) o di imposte sulle proprietà
• Esenzioni o deroghe alla regolamentazione (contratti di lavoro, esenzione/riduzione degli oneri sociali sulle retribuzioni)
• Disponibilità di terreni a canoni ridotti e utenze a tariffe agevolate
• Facilità e semplificazione della interfaccia con le istituzioni per tutte le richieste che necessitino di passaggio autorizzativo o di altra natura burocratica (Sportello Unico)
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